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Decreto fiscale 2020: possibile custodia cautelare in carcere in caso di omessa o infedele dichiarazione dei redditi, confisca di tutti quei beni di cui il condannato non è in grado di giustificarne la provenienza e di cui risulta essere titolare.

Alcune delle novità penali del c.d. Decreto Fiscale c.d. “manette agli evasori”: in primis, un aumento di pena per le ipotesi delittuose di cui agli artt. 2, 3, 4, 5, 8 e 10 del D.Lgs. n.74/2000 permettendo così il ricorso alla misura della custodia cautelare in carcere anche nei casi di omessa o infedele presentazione della dichiarazione dei redditi e Iva di cui agli artt. 4 e 5 del D.Lgs. n.74/2000 (fino ad ora esclusi), con una pena superiore ai cinque anni di reclusione. Quindi, oggi, le riformate fattispecie di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art. 2), di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3) e di emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8) risultano sanzionate con una pena più severa di quella prevista, ad esempio, per il reato di omicidio stradale (da 2 a 7 anni). In secundis, le novità di cui al Decreto fiscale in oggetto, riguardano l’ambito di applicabilità della confisca “per sproporzione” o “allargata” alla maggior parte dei reati tributari, così da consentire il sequestro di tutti quei beni di cui il condannato non è in grado di giustificarne la provenienza e di cui risulta a qualsiasi titolo esserne titolare (o comunque nella semplice disponibilità) per un valore sproporzionato alla propria attività economica. Poiché la confisca dà rilevanza esclusivamente alla relazione tra bene e condannato, potrà essere disposta verso tutti quei beni dei quali, quando interviene la sentenza di condanna o patteggiamento, la provenienza risulti ingiustificata e il valore sproporzionato per eccesso rispetto al reddito dichiarato o all’attività economica esercitata. Quindi anche dei beni entrati nella proprietà del reo in modo legittimo e anche prima della commissione del reato.
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